Concertone. Un’ora di adrenalina altissima con Le Butcherettes al Tunnel Club di Milano. La band messicana ha dato prova delle proprie potenzialità, nonché della sua recentissima evoluzione dovuta all’inserimento della batterista dai capelli turchini Alejandra Luna Robles che ha influito sul sound rendendolo molto più duro.
Teri Gender Bender e i suoi hanno infatti interpretato una selezione dei pezzi dei loro tre album riarrangiati quasi completamente.
La líder ha offerto un saggio della sua follia trascinando il pubblico con le sue performance meta-artistiche. Teri si è presentata sul palco con una tuta da meccanico sotto la quale non era difficile intravedere il suo consueto completo rosso che è diventato l’abito di scena dopo lo strip sulle note di Dress Off. Tra botte in testa con il microfono e nenie in spagnolo a metà tra canzoni per bambini e formule di macumba, Le Butcherettes hanno proposto i loro brani migliori dall’ultimo singolo My Mallely al primo Henry Don’t Got Love.
Culmine della serata: Teri che passa sotto la transenna come in un’esibizione di limbo professionistico, mi scopa i piedi e balla con un paio di persone del pubblico durante una lunghissima versione di Leibniz Language.
E a fine concerto la nostra umilissima e sudatissima si è intrattenuta con gli spettatori concedendo baci, abbracci e foto nonostante, dal punto di vista dell’affluenza, la serata sarebbe potuta andare meglio.